C'ERA DUE VOLTE... GIANNI RODARI!

 

C'ERA DUE VOLTE IL BARONE LAMBERTO



“Mai farsi spaventare dalla parola fine” e “Ricordati che l’uomo il cui nome è pronunciato resta in vita” sono delle frasi tratte dal libro di Gianni Rodari: "C’era due volte il barone Lamberto", del quale abbiamo deciso di parlarvi in occasione del centenario della nascita dell’autore.
Questo è un racconto molto divertente e ricco di significati profondi che vi renderà sempre più partecipi nella storia con il passare delle pagine.


Riassunto:

Il barone Lamberto è un anziano signore di novantatré anni che vive sull’isola di
San Giulio, in mezzo al lago d’Orta. Possiede ventiquattro banche in tutto il mondo ed è molto ricco. Ha anche altrettante malattie e l’unico a ricordarsele tutte è il suo maggiordomo Anselmo che le tiene scritte in ordine alfabetico su un taccuino con il nome delle medicine da prendere e le raccomandazioni dei medici.

Lamberto possiede molte ville tra cui una in Egitto, dove si reca spesso e, un giorno, mentre si trova lì con il maggiordomo, incontra un santone arabo. Dopo aver parlato con lui, il barone e Anselmo, ritornano in Italia e sull’isola di San Giulio iniziano strani esperimenti: vengono assunte sei persone che devono ripetere sempre il nome del barone, ma non sanno che nella soffitta in cui lavorano ci sono dei microfoni. Un giorno Lamberto si sveglia con un capello in testa, dopo tanti anni di calvizie, e un po' alla volta ringiovanisce. Il nipote Ottavio, che vorrebbe l’eredità, capisce che passerà molto tempo prima della sua morte e così decide di ucciderlo. Un giorno, però, la casa viene occupata da una banda di briganti che vuole ottenere un riscatto dal barone. Ma egli, poiché è ringiovanito, non viene riconosciuto e il riscatto non viene pagato. Ottavio pensa, a quel punto, di attuare il suo piano e di far ricadere la colpa dell’omicidio dello zio sui banditi…


Perché lo consigliamo:

Consigliamo di leggere questo libro perché questa spassosa vicenda regala al lettore molti sorrisi, ma anche, alcuni spunti di riflessione.

Nel romanzo emerge una delle doti di Rodari, molto preziosa dal punto di vista educativo: la leggerezza dello stile che gli permette di delineare le persone senza giudicarle, anche quando si tratta di un omicida come Ottavio. Dall’altra parte, invece, si nota il modo in cui l’autore tratta di argomenti come la morte del protagonista senza spaventare il giovane lettore, ma favorendo l’acquisizione dell’idea del trapasso come parte dell’esistenza umana.

Significativo è il personaggio di Delfina, l’unica fra i sei “dipendenti” di Lamberto (tenuti all’oscuro del fine per il quale sono chiamati a ripetere il suo nome) che si chiede insistentemente il perché della propria strana occupazione. Non si lascia influenzare dalla superficialità e dall’indifferenza altrui e non rinuncia a ragionare con la propria testa, interrogandosi sempre sul perché delle cose.

Questo personaggio si contrappone nettamente a quello del barone Lamberto perché questi ha passato i suoi primi novantatré anni a fare e a pensare ciò che gli altri gli imponevano senza seguire davvero le proprie aspirazioni.

Curiosità:


Gianni Rodari è stato l’unico autore italiano ad aver vinto il prestigioso premio Hans Christian Andersen, un premio internazionale dedicato alla letteratura per infanzia e gioventù.

C’era due volte il barone Lamberto è ambientato nella terra natale di Rodari, infatti questi è nato a Omegna in Piemonte.

Il racconto pare una storia capovolta perché sembra che cominci dalla fine, così come l’emissario del lago d’Orta, il fiume Nigoglia, che al posto di defluire verso sud, come tutti i fiumi subalpini, si dirige verso nord.

L’anno scorso è stato il centenario della nascita dell’autore (23/10/1920).




a cura di Caterina Rizzo e Antonio Cotroneo


Commenti

  1. Non conoscevo questo libro e mi sembra contenga una morale attuale!! BRAVI, COMPLIMENTI PER LA SCELTA

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  2. molto bella la trama.
    io vorrei leggere dei libri avventurosi o comici, potreste consigliarmeli?

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